Lock Dance, la danza ai tempi del Covid 19

danza veneto

Diversamente In Danza, si continua da casa

Il 23 febbraio andiamo in scena per l’ultima volta con il nostro spettacolo “I Cinque Malfatti”. Eravamo in una scuola materna del mantovano, ignari di quello che si sarebbe scatenato da lì a pochi giorni e felici di festeggiare il Carnevale con i bambini.

Poi comincia la pioggia di notizie, prima quasi surreali, poi sempre più vicine e concrete. Decidiamo quasi subito di sospendere tutte le nostre attività in sala: abbiamo molti danzatori immunodepressi e con situazioni patologiche. Facciamo in tempo a vederci un’ultima volta con le ragazze che fanno parte del progetto di avviamento professionale Opificio e, nel fare lezione a 2 metri di distanza l’una dall’altra, nasce in modo estemporaneo questa coreografia “La Danza ai tempi di Covid-19”

Viviamo in tempi straordinari. E così dobbiamo inventarci modi straordinari per vivere. Se dovessimo perdere la dimensione del contatto, non vogliamo perdere quella del conforto. Il silenzio riempie quel metro che ci separa. Restiamo distanti. Viviamo d’istanti.

Dopo solo pochi giorni, succede proprio quello che temevamo: perdiamo completamente la dimensione del contatto. Le relazioni extra familiari sono mediate da uno schermo, che tanto unisce, quanto separa.

Mai come dal 10 marzo in poi abbiamo dovuto essere “Diversamente” in Danza. Abbiamo dovuto, ma soprattutto voluto, inventarci modi straordinari non solo per vivere, ma soprattutto per continuare a danzare.

I nostri 100 danzatori sono molto diversi tra loro. E anche in questa situazione hanno reagito in modo molto diverso tra loro. Ma soprattutto, la diversa alfabetizzazione tecnologica e possibilità di connessione hanno ampliato (ma in alcuni casi anche ridotto) le differenze e le difficoltà.

La nostra tecnica di danza è basata prevalentemente sulla Contact Improvvisation: venendo a mancare il contatto fisico noi insegnanti e coreografe ci siamo chieste come potevamo mantenere almeno la connessione.

In un momento storico in cui frasi come “entrare in una stanza” assume completamente un nuovo significato, lo spazio in cui danzare può diventare l’inquadratura della webcam e il palcoscenico condiviso con gli altri danzatori si trasforma nello schermo di un pc. Per uscire di scena, abbandoniamo la call.

Da 17 anni Diversamente in Danza cerca di partire dal limite per trovare nuove risorse creative. Anche in questo caso, abbiamo cercato di mantenere viva la nostra poetica.

Tutti i sabati ci connettiamo per una lezione online. Le difficoltà oggettive sono molte, ma tra un “non ti sento”, “ti vedo a scatti”, “la piattaforma mi butta fuori” cerchiamo di regalare 45 minuti di serenità a chi vive questo momento di reclusione come perdita di autonomie conquistate a fatica, di varietà dallo schermo solo come strumento di lavoro, di relazione al di fuori della cerchia familiare, di movimento per aiutare il benessere psicofisico. La partecipazione è sempre alta e sulle nostre pagine social (Instagram e Facebook: DiversamenteInDanza) tutte le settimane pubblichiamo un riassunto dell’incontro.

Poiché non per tutti è semplice seguire una lezione in streaming, anche a causa delle difficoltà oggettive di connessione, ma anche per questioni psicologiche ed emotive, ogni settimana rendiamo disponibile nell’area del nostro sito (www.diversamenteindanza.it) riservata ai soci una nuova lezione che possono seguire da youtube, nel modo e nel momento a loro più comodo.

Anche in questo caso, la difficoltà maggiore è trovare delle proposte contingentate al momento. Non vogliamo proporre del mero “movimento”, ma continuare nella nostra specificità: fornire stimoli creativi, che ogni persona, indipendentemente dalle sue possibilità, abilità e competenze, possa esplorare. Dobbiamo ricordarci che non abbiamo più davanti solo i danzatori con le loro diversità, ma ognuno ha a disposizione nella propria casa, spazi diversi, oggetti diversi e magari anche familiari da coinvolgere.

E’ nata così l’idea di “Stick to the wall”: danzare mantenendo una parte del corpo sempre in contatto con una delle pareti di casa.

Ma la cosa che più piace ai nostri danzatori e cui partecipano con entusiasmo sono le “sfide” che ogni settimana lanciamo. Tutte le settimane proponiamo diverse attività, sempre inerenti il tema danza, per cercare di coinvolgere anche età, gusti e abilità diverse.

Si va dal colorare un disegno, al farsi una foto, al creare una coreografia legata a una situazione del quotidiano che stiamo vivendo. E’ nata così come una sfida, la coreografia di “I’m blue” accolta da 48 nostri danzatori, che hanno danzato ognuno da casa propria, ma tutti insieme, la canzone scelta come inno della Giornata Mondiale per la Consapevolezza sull’Autismo che si è celebrata lo scorso 2 aprile: https://www.youtube.com/watch?v=1QYZedvdHOg&t=1s

L’esperimento è riuscito, lo replicheremo con un nuovo video che uscirà proprio il 29 aprile, Giornata Mondiale della Danza, in anteprima proprio sulla pagina Facebook della community di Funder35, di cui anche noi facciamo parte.

Nel frattempo, oltre a ricordarci dei nostri danzatori, non vogliamo dimenticarci anche del nostro pubblico. Perché non vogliamo dimenticare che la vera dimensione dell’Arte Performativa è la presenza. E’ sentire l’odore della platea piena. Non vogliamo dimenticare che il vero feedback che ci piace non sono pollici alzati e cuoricini, ma nulla potrà mai sostituire il tuffo al cuore che precede lo scrosciare di un applauso.

Nell’attesa però di poter ritrovare la prossimità fisica, cerchiamo di mantenere la prossimità relazionale e abbiamo reso visibili gratuitamente sul nostro canale Youtube alcuni nostri spettacoli. In particolare, abbiamo raggiunto tutte le Scuole che hanno già ospitato (più di 70), ma soprattutto avrebbero dovuto ospitare nei prossimi mesi il nostro spettacolo “I Cinque Malfatti”, con una lettera dei 6 protagonisti e con il link per vedere lo spettacolo integrale online.

Questi avrebbero dovuti essere mesi pieni per la nostra associazione, con partecipazioni a concorsi in tutta Italia, premi e riconoscimenti, ma soprattutto il debutto del nostro nuovo spettacolo: “Punte di Gesso. Fiocchi di Neve”, ispirato al libro di Silvia De Meis che racconta la storia della nostra associazione.

Lo spettacolo, che avrebbe coinvolto tutti i più di 100 danzatori di Diversamente in Danza, avrebbe dovuto andare in scena il prossimo 17 maggio. Anche se non sarà il 17 maggio, questo spettacolo ci sarà. Quando è difficile dirlo, ma sappiamo che vedere un obiettivo alla fine di questo periodo difficile può aiutare tante persone a sentirsi ancora motivate, coinvolte, piene di speranza. Ecco perché stiamo continuando a lavorare alla messa in scena. Ma soprattutto ecco perché dai primi di maggio avvieremo una campagna di crowfunding per finanziare lo spettacolo.

La situazione è difficile per tutti in questo momento. Anche noi, avendo perso la principale fonte di entrate della nostra associazione (gli spettacoli) temiamo che sarà difficile non solo tornare in scena, ma anche riaprire le attività a settembre.

Siamo preoccupati e abbiamo molta paura per il futuro. Ma vogliamo provare a essere ottimisti e voglio provare ad andare avanti.  Siamo tra le associazioni selezionate per il progetto Europeo “Artistic” e saremo accompagnati in questo  percorso di raccolta fondi da T2i, Produzioni dal Basso e Pensiero Visibile, ma avremo bisogno dell’aiuto di tutti per poter continuare ad andare avanti con i nostri progetti.

Anche grazie al supporto di Funder35, in questi anni siamo stati una realtà unica a Verona, un fiore all’occhiello per la nostra città, se troveremo l’aiuto di tutti, faremo in modo di esserlo ancora per tanti tanti anni.